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July 8, 2025
Salsa di soia: come non usarla (davvero)

Troppa salsa di soia può rovinare anche il miglior sushi. Scopriamo insieme gli errori più comuni e perché da AJI dosiamo ogni condimento con cura, evitando inutili eccessi.

July 8, 2025
Salsa di soia: come non usarla (davvero)

Troppa salsa di soia può rovinare anche il miglior sushi. Scopriamo insieme gli errori più comuni e perché da AJI dosiamo ogni condimento con cura, evitando inutili eccessi.

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Troppa salsa di soia può rovinare anche il miglior sushi. Scopriamo insieme gli errori più comuni e perché da AJI dosiamo ogni condimento con cura, evitando inutili eccessi.

Piccola, scura, saporita. E spesso usata male.

È la regina della tavola giapponese. Eppure, la salsa di soia è anche tra gli ingredienti più fraintesi della cucina nipponica. Per molti è un gesto automatico: si apre il flaconcino e si “annega” il sushi. Ma è davvero questo il modo giusto di valorizzare un piatto tanto raffinato?

Spoiler: no.

Gli errori più comuni con la salsa di soia

  1. Usarla su tutto
    Non tutti i piatti giapponesi prevedono l’uso della salsa di soia. Anzi, in molti casi è proprio sconsigliata. Il rischio? Coprire i sapori più delicati, come la dolcezza di un branzino marinato o la nota affumicata di un tataki. O ancora, vanificare lo sforzo di un sushi master esperto, che studia con attenzione il bilanciamento dei sapori di ogni pietanza.
  2. Immergere il riso
    Mai intingere il lato del riso! Questo è uno degli errori più gravi. Nel tempo, la cultura gastronomica giapponese si è diffusa e molte persone hanno imparato questa regola fondamentale, ma ricordarla è sempre utile. Il riso si sfalda, assorbe troppo liquido e sovrasta il pesce. Il lato giusto? Quello del pesce, con un tocco leggero, quasi simbolico.
  3. Aggiungerla quando non serve
    Nel sushi di qualità, ogni pezzo è già perfettamente condito. Aggiungere altra salsa significa alterare l’equilibrio dei sapori e dei condimenti creato dallo chef.

Piccola, scura, saporita. E spesso usata male.

È la regina della tavola giapponese. Eppure, la salsa di soia è anche tra gli ingredienti più fraintesi della cucina nipponica. Per molti è un gesto automatico: si apre il flaconcino e si “annega” il sushi. Ma è davvero questo il modo giusto di valorizzare un piatto tanto raffinato?

Spoiler: no.

Gli errori più comuni con la salsa di soia

  1. Usarla su tutto
    Non tutti i piatti giapponesi prevedono l’uso della salsa di soia. Anzi, in molti casi è proprio sconsigliata. Il rischio? Coprire i sapori più delicati, come la dolcezza di un branzino marinato o la nota affumicata di un tataki. O ancora, vanificare lo sforzo di un sushi master esperto, che studia con attenzione il bilanciamento dei sapori di ogni pietanza.
  2. Immergere il riso
    Mai intingere il lato del riso! Questo è uno degli errori più gravi. Nel tempo, la cultura gastronomica giapponese si è diffusa e molte persone hanno imparato questa regola fondamentale, ma ricordarla è sempre utile. Il riso si sfalda, assorbe troppo liquido e sovrasta il pesce. Il lato giusto? Quello del pesce, con un tocco leggero, quasi simbolico.
  3. Aggiungerla quando non serve
    Nel sushi di qualità, ogni pezzo è già perfettamente condito. Aggiungere altra salsa significa alterare l’equilibrio dei sapori e dei condimenti creato dallo chef.

AJI delivery e la soia: questione di misura

In AJI – Sushi at Home, ogni piatto è pensato per essere gustato così com’è. La salsa di soia viene inclusa solo se prevista, e nella quantità giusta per quella pietanza.

Hai ordinato un nigiri già spennellato? Non riceverai altra salsa. Hai un piatto che ne richiede un uso preciso? Troverai solo quella, nella sua versione più adatta.

Tutto questo non è casuale: è il risultato di un’attenzione maniacale per il gusto e il giusto servizio, che vuole guidare il cliente verso un’esperienza autentica, anche nel delivery.

Quando la soia esalta il piatto e quando no

Da usare con cura:

  • Sashimi
  • Alcuni tipi di maki semplici
  • Tofu, tempura o verdure al vapore

Da evitare o limitare:

  • Nigiri già spennellati
  • Piatti con marinature (es. tataki, kara age)
  • Uramaki, che hanno sapori già bilanciati

Meno è meglio. Anche a casa.

In un mondo in cui tutto viene “personalizzato”, AJI delivery sceglie la precisione. Non lascia al caso nemmeno una goccia di soia.

E questo non per rigidità, ma per rispetto: del cibo, di chi cucina, di chi mangia e dell’ambiente, evitando anche gli sprechi.

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